Bologna, domenica 5 gennaio 2025 – Carlo Bozzo non era un uomo di cavalli, in origine. Con i cavalli si è trovato ad aver a che fare in comunità a San Patrignano grazie alla passione di Vincenzo Muccioli e a tutto quello che ne è conseguito: l’allevamento, la scuderia della comunità, i primi concorsi e poi il grande evento internazionale, il Challenge Vincenzo Muccioli, inaugurato nel 1997.
Carlo nel suo ruolo di capo ufficio stampa della comunità si è dunque trovato a dover maneggiare una materia che non conosceva, o che comunque non conosceva così approfonditamente come il suo ruolo avrebbe richiesto. Eppure nel giro di pochissimo se ne è impadronito con una disinvoltura, con una profondità e una competenza sbalorditive, soprattutto tenendo conto che lo Csi di San Patrignano aveva una importanza e una complessità organizzativa che lo rendevano uno degli eventi di massima evidenza a livello internazionale: e per questo se ne parlava praticamente tutto l’anno a livello mediatico, e non solo sugli organi di informazione di settore. Per non dire poi di quello che è accaduto – sempre a livello mediatico – quando a San Patrignano è stato organizzato nel 2005 il Campionato d’Europa di salto ostacoli: per l’eccezionalità della manifestazione in un luogo così peculiare come San Patrignano, l’evento ha avuto un impatto in termini di comunicazione sensazionale e spettacolare.
Ma come ha fatto Carlo a diventare un numero uno assoluto nel mondo della comunicazione dello sport equestre in così breve tempo e con un risultato in termini di qualità professionale così eclatante? Grazie a due qualità che lo contraddistinguevano in modo scintillante: intelligenza e curiosità. E poi, certo: amore per la professione, ma questo non sarebbe stato sufficiente senza le prime due doti. Carlo voleva sapere tutto e si interessava di tutto: ma sempre con l’animo di chi è consapevole di dover apprendere e imparare, e mai con l’atteggiamento di chi crede di essere arrivato. E poi quello che apprendeva e imparava lo innestava automaticamente su un terreno fertilissimo fatto di cultura e capacità intellettuale raffinatissima.
Oggi, questa mattina, Carlo – 67 anni – ci ha lasciato. Difficile ora dire parole che possano rappresentare la costernazione e il dolore, perché Carlo oltre che essere un collega era anche un amico, amico vero e sincero non solo di molte delle singole persone che vivono e hanno vissuto la realtà di Cavallo Magazine nel corso degli anni, ma anche del nostro giornale inteso come luogo di passione condivisa: passione per il giornalismo, passione per i cavalli e lo sport equestre, passione per questa nostra vita… Sì, Carlo ha vissuto così: ha vissuto di passioni. E di sentimenti: molto forti.